20 gennaio 2007

19/01 19a giornata

Il tutoring online profilo professionale, compiti e competenze. – Professoressa Barbara Bruschi

Quella del tutor online è una figura chiave nella formazione a distanza ed è una figura complessa e sfaccettata, non facile da definire anche a causa dei differenti contesti e-learning in cui si può trovare ad operare.
Carl Rogers, alla fine degli anni ’60, parla di “facilitatore dell’apprendimento” in riferimento alle modalità secondo cui dovrebbe operare un insegnante e questa è chiaramente una visione innovativa in quanto mette al centro dell’apprendimento il discente sostenendo che compito prioritario del docente è di predisporre un clima adatto tra i soggetti che appartengono ad una medesima classe, favorirne la collaborazione e non ultimo stimolare la loro curiosità e desiderio di approfondimento.
Diventa quindi centrale nel processo di apprendimento lo “scaffolding”, una sorta di sostegno umano, tecnico e organizzativo che l’ambiente di apprendimento deve fornire all’allievo.
Come accennato in precedenza non è possibile pensare al tutor online come a una figura univoca, il suo profilo dipende da una molteplicità di fattori ed è per questo che sono state effettuate diverse categorizzazioni di tale figura.
Cominciamo con l’analisi di quella maggiormente nota, ossia quella del Tutor Istruttore.
Si tratta del tutor per antonomasia in quanto è la figura più diffusa nelle realtà formative e i suoi contributi spaziano dal fornire informazioni generali sul corso ai contenuti disciplinari organizzati in forma di slide, schemi, documenti, fino alle indicazioni per orientare il discente nella ricerca di materiali online e alla creazione di strumenti per l’autovalutazione degli studenti. Oltre a questo il tutor Istruttore deve comunque fornire un sostegno agli studenti, deve cioè essere in grado di anticipare le difficoltà, stimolare il lavoro collaborativo e le interazioni. Un’altra figura è quella del Tutor Facilitatore, che opera principalmente sul piano delle interazioni con i discenti. Per ciò che attiene le competenze che devono essere in possesso dal facilitatore, una valida indicazione giunge da Shepherd, il quale ha formulato il seguente elenco:
saper porre agli studenti le domande giuste al momento giusto;
saper osservare cosa fanno gli studenti e saper ascoltare le loro istanze;
saper produrre un feedback veloce e appropriato rispetto alle richieste degli studenti;
saper sostenere l’attività degli studenti sul piano operativo;
saper incoraggiare gli studenti sul piano motivazionale;
saper “monitorare” la situazione per capire se, quando e come intervenire;
oltre a rispondere a richieste specifiche di chiarimento, il Tutor Facilitatore si occupa di garantire il rispetto della netiquette nelle comunicazioni tra gli allievi, di animare la discussione qualora non si riscontri un’adeguata partecipazione ai forum e di far rispettare i tempi nello sviluppo di un'attività in rete. Inoltre tra le sue principali capacità deve esserci quella di saper porre agli studenti le domande giuste al momento giusto.
Infine ecco la figura del Tutor Animatore/Moderatore; non è sempre facile giungere ad una distinzione precisa tra il ruolo del tutor facilitatore e quello del moderatore/animatore in quanto, sul piano pratico, sono molteplici le intersezioni tra le due modalità di intervento. Ciò che distingue in maniera netta le due tipologie di tutorship è essenzialmente la posizione che il tutor assume nella comunità di apprendimento. Mentre nel ruolo di facilitatore il tutor continua a rappresentare una figura emergente, di orientamento rispetto alla conduzione delle attività formative, nel caso del moderatore egli si trova ad essere quasi sullo stesso piano degli altri partecipanti al corso. La centralità del suo ruolo dipenderà dal tipo di didattica attivata nel corso: tanto più essa sarà di stampo collaborativo, tanto più ridotta sarà la funzione del moderatore. Viceversa nel caso in cui il modello formativo adottato sia centrato sulla personalizzazione dell’intervento tanto maggiore sarà il contributo che il tutor sarà chiamato a fornire. Nel primo caso il tutor si occuperà di gestire il “ritmo” del corso, di mantenere alto il livello delle discussioni, ma non tenderà a modificare le strategie di interazione mirate alla produzione di sapere.
Nella realtà lavorativa le figure professionali sopra descritte possono non presentarsi in modo così netto e distinto, ma è possibile, anche per motivi di budget, imbattersi in un unico responsabile che riassume in sé le diverse competenze e funzioni.
La lezione si è chiusa con la presentazione delle “E-tivities” o, secondo la definizione, “attività online per l'apprendimento attivo ed interattivo, motivanti, impegnative e definite da uno scopo, basate sull'interazione tra studente, docente, partecipanti soprattutto mediante comunicazione testuale scritta”; la Professoressa Bruschi si è avvalsa di un documento on-line (http://www.elearningtouch.it/et/modules/risorse/risorsa.php?id=20) per meglio approfondire questo argomento e illustrare il modelo dei 5 steps della Salmon (accesso e motivazione, socializzazione online, scambio di informazioni, costruzione della conoscenza, sviluppo).
Infine la classe è stata divisa in tre gruppi e si è iniziata una esercitazione sotto forma di e-tivities che proseguirà online durante la prossima settimana e che ha come scadenza il prossimo venerdì.

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