19 marzo 2007

19/03 43.a giornata

La lezione odierna è stata curata da Italo Losero.
Nella prima parte è stato ripreso l'argomento del learning object. Per creare un learning object non è necessario ricorrere all'uso di una piattaforma; tuttavia alcune piattaforme, come ad esempio Claroline e Moodle, creano oggetti che possono essere usati solo all'interno delle stesse.
I CMS (content management system), invece, come le piattaforme Customizer e Reload, sono degli editor che permettono la creazione di learning object scorm, trasferibili e riutilizzabili.
I repository system contengono già dei contenuti scorm. Il più famoso è quello del MIT. http://ocw.mit.edu/
Un oggetto scorm, secondo una presentazione fornita da Losero, possiede un contenuto, un "guscio blu" in cui sono inseriti i metadati, cioè i descrittori, e un "guscio arancione" in cui sono contenute le regole di funzionamento, le variabili che deve considerare il materiale didattico.

Ci è stata poi presentata l'Architettura INVA (informatica Valle D'Aosta), per l'erogazione di sistemi di formazione sia per utenti sia per enti.

Abbiamo visitato anche il portale del Progetto Formazione E-learning, un sistema complesso che presenta a un livello superiore un editor di portale e di materiale didattico, e a un livello inferiore un LMS contenente i corsi e gli utenti. http://elearning.progettoformazione.org
Gli utenti sono già stati descritti al di fuori del sistema, inseriti all'interno di un LDAP (light weight directory access protocol), una specie di database a cui possono accedere altri.
Le piattaforme devono essere flessibili e prevedere il collegamento ad altri sistemi per poter accettare dati di diversa provenienza.

http://server.linkomm.net/
Scorm nasce perchè le cose vengano dette una volta sola.
E' consigliabile, quindi, costruire corsi scorm in modo che ciascun corso possa essere riutilizzato perchè condivisibile in diverse piattaforme.
Esistono diverse versioni di Scorm: la 1.2 del 2001, dove la sequenza del learning object non è determintata; e la 1.3 del 2004, che prevede un sistema di sequenziamento che permette di scegliere qualsiasi variabile per procedere.
Infine, il protocollo OAI-MHP serve per federare il repository, cioè mette in contatto due o più repository solo a livello di metadati.

La seconda parte della lezione è stata dedicata ad introdurre dei contenuti utilizzando le piattaforme Customizer e Reload.

Ilenia B.